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🏗️ Build-to-Rent: quando si costruisce non per vendere, ma per affittare.

  • Immagine del redattore: Studio Immobiliare Manin
    Studio Immobiliare Manin
  • 22 ott
  • Tempo di lettura: 2 min

Aggiornamento: 23 ott


Un modello in crescita all’estero che l’Italia sta appena iniziando a capire. Ma funziona davvero? E può scalare in formato “ridotto”?


📌 1. Cos’è il Build-to-Rent

Letteralmente: costruire per affittare. Il concetto è semplice — ma rivoluzionario per il nostro mercato. Invece di costruire un edificio residenziale e vendere ogni unità, il costruttore o l’investitore lo mantiene per generare reddito locativo continuo.

Negli Stati Uniti e nel Regno Unito, questo modello è già consolidato: complessi interi, spesso con centinaia di unità, vengono progettati e gestiti per massimizzare la redditività da locazione a lungo termine.


📈 2. Perché all’estero funziona

Il successo del Build-to-Rent in UK/USA si spiega con tre fattori:

  • Domanda stabile di affitto Giovani e famiglie faticano ad accedere alla proprietà ma vogliono abitazioni moderne, ben curate e in affitto.

  • Capitale istituzionale in cerca di rendimenti Fondi pensione, assicurazioni e grandi investitori puntano su asset con redditi prevedibili e continui.

  • Gestione centralizzata Un unico proprietario-gestore per l’intero edificio: efficienza, minori costi e servizi uniformi per tutti gli inquilini.


💡 3. I vantaggi per chi costruisce e gestisce

✅ Reddito costante e prevedibile

✅ Meno rischio legato al ciclo di vendita

✅ Valorizzazione a lungo termine dell’immobile

✅ Gestione semplificata e scalabile

✅ (All’estero) possibili vantaggi fiscali dedicati


🇮🇹 4. E in Italia? Si può fare?

Il modello è ancora marginale nel nostro Paese, per vari motivi:

  • Mentalità immobiliare orientata alla vendita rapida

  • Presenza di operatori piccoli e frammentati

  • Nessun incentivo strutturale per il Build-to-Rent

  • Carenza di gestori professionali su scala media e grande

Ma qualcosa si muove: a Milano, Bologna, Torino e Roma si sperimentano le prime operazioni ibride, con palazzine da 10–30 unità gestite in blocco per l'affitto.


🏘️ 5. Il Build-to-Rent “in piccolo” può funzionare?

Sì — se si applica una logica imprenditoriale.

In città medie o turistiche come Treviso, Padova, Vicenza, è possibile:

  • Costruire palazzine da 6–12 unità

  • Destinarle completamente all’affitto medio-lungo termine

  • Offrire gestione centralizzata con servizi smart (wi-fi, pulizie, manutenzione)

  • Puntare su target chiari: expat, studenti, professionisti in trasferta

✅ Rendimenti più alti della media

✅ Minor rischio di sfitto

✅ Più controllo e valorizzazione dell’intero asset nel tempo


🔍 Conclusioni

Il Build-to-Rent non è solo una tecnica di sviluppo immobiliare. È una visione: costruire per generare reddito stabile, non solo margini immediati.

In Italia siamo ancora all’inizio, ma chi agisce ora può giocare d’anticipo. Soprattutto in un contesto dove l’affitto sta tornando protagonista per molte fasce di mercato.


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